venerdì 5 settembre 2008

La scuola è in sciopero

In questi giorni in cui il tema caldo è quello della scuola, dell'istruzione o meglio della distruzione della cultura, attraverso proposte di legge che vogliono introdurre un maestro unico nelle elementari con la triste conseguenza che molti posti di lavoro saranno tagliati, voglio ricordare ad altissima voce che ci sono luoghi in cui la situazione di insegnanti e scuole è fatiscente.

Nella RDC il 1 settembre è ricominciato l'anno scolastico ma le lezioni non sono garantite poichè gli insegnnti chiedono al ministero dell'istruzione il pagamento dei salari arretrati: i sindacati di categoria, Syeco e Synecat, dopo aver ottenuto un aumento dei salari da 20 a 40 dollari al mese lamentano problemi nei pagamenti (una situazione che dura da anni) ed hanno annunciato di non iniziare le lezioni fino a quando il ministro non accetterà le loro rivendicazioni. Dall’altra parte sono, invece, iniziate senza problemi le lezioni nelle scuole private, particolarmente diffuse soprattutto nelle principali città.
Per fronteggiare questo problema gli insegnati delle scuole pubbliche,da alcuni anni, sono costretti a chiedere il pagamento di un dollaro al mese da parte di ogni loro studente. Una cifra che per le famiglie con più bambini in età scolare può diventare insostenibile, alimentando la dispersione scolastica.
Dopo la caduta del regime di Mobutu Sese Seku e gli anni di guerra è divenuta necessaria una ricostruzione dell’intero sistema scolastico sia in termini di infrastrutture che di censimento del corpo insegnanti. Un settore che in alcune zone, specialmente nelle aree meno accessibili, ha potuto in questi anni continuare ad esistere solamente grazie all’impegno della Chiesa cattolica, delle congregazioni missionarie e di alcune ONG.
Per cercare di far fronte a questa difficile situazione l’amministrazione del presidente Joseph Kabila, nell’ottica di un processo generale di decentramento, ha deciso, a partire da quest’anno accademico, di derogare la gestione dell’istruzione pubblica alle nuove venticinque province in cui è stato recentemente suddiviso il paese. Una decisione che dovrebbe migliorare il controllo sull’intero sistema. La costruzione di scuole era inoltre al centro del programma di Kabila fin dalla campagna elettorale che lo ha visto trionfare nel 2006. Scuole e ospedali sono, infatti, insieme a strade, imprese, abitazioni, acqua ed elettricità, i cinque « cantieri » con cui il presidente dall’alto del cartelloni propagandistici, promette di risollevare il paese nei prossimi cinque anni. Per sottolineare questo impegno proprio il 2 settembre Kabila ha partecipato all’inaugurazione di una nuova scuola primaria nel Bas-Congo, a circa 250 km dal porto di Matadi.Nonostante le rassicurazioni del presidente i toni della disputa non sembrano placarsi con il segretario generale del Syeco che ha accusato il ministro dell’educazione di corrompere gli insegnanti per farli riprendere le lezioni. Per gli studenti congolesi si preannuncia un altro anno difficile. (www.nigrizia.it)

1 commento:

Blogger ha detto...

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